Civitaluparella, piccolo borgo della Val di Sangro, si erge su uno sperone roccioso a circa 900 metri di quota. Il paesino conta appena 281 abitanti e negli ultimi 50 anni ha visto un forte spopolamento come buona parte delle aree interne.
È proprio alle porte di Civitaluparella che Simona e Paolo, appena trentenni, hanno avviato nel 2018 la loro azienda agricola, Colle del Nibbio.
Storie di Resistenza, Colle del Nibbio
Il nome dell'azienda richiama il nibbio reale, uccello rapace del posto eletto a simbolo, qualche anno fa, della protesta di un comitato cittadino locale, al quale i due giovani avevano aderito, per tutelare l’ambiente contro la costruzione di un mega parco eolico e salvaguardare così le specie protette come il nibbio.
Da lì la consapevolezza e la decisione di tornare a vivere in questi luoghi, presidiarli quotidianamente, e intraprendere un percorso progettuale insieme, a stretto contatto con la natura.
L’agricoltura rappresentava materia sconosciuta per entrambi: Simona, originaria di Ortona, era fresca di laurea in scienze del turismo, mentre Paolo lavorava nell’azienda di famiglia e si occupava della manutenzione dei tralicci di alta tensione in giro per l’Italia.
I primi passi li muovono iniziando a coltivare aglio e patate in piccoli appezzamenti di terreno della famiglia di Paolo, dove trovano posto anche un paio di arnie per la produzione del miele. In questa fase sono soprattutto le dritte e i consigli degli anziani a fare scuola.
Poi la questione si fa seria, così nel 2018 costituiscono l’azienda agricola con il supporto dal bando pacchetto Giovani.
L’attività cresce, si struttura, e quella piccola produzione non è più circoscritta al solito ambito domestico: i ragazzi si dotano di un piccolo trattore e di uno scavapatate.
Alla coltura delle locali patate del Medio Sangro, affiancano un’antica varietà a buccia rossa, le “patate 60 dei Monti Pizzi”, con l’adesione a un progetto di recupero e valorizzazione del Parco Nazionale della Majella.
Le arnie diventano 24 e iniziano a realizzare miele millefiori, collocando, durante l’estate, gli apiari anche a 1200 metri di quota.
Per avere una mano, entrano a far parte anche della rete Woofing, accogliendo giovani volontari da tutto il mondo.
Cominciano a commercializzare i prodotti presso amici e conoscenti, arrivando sino al “Mercato Scoperto” di San Vito Chietino.
Creano un sito web con tanto di e-commerce, e pensano in grande: acquistano un terreno con un rudere per dar vita a una struttura agrituristica in bioedilizia.
L’aspetto “accoglienza” e ospitalità sono un’altra tematica cara alla coppia: Paolo è anche guida di media montagna.
Per ripulire l’area dai rovi, prendono qualche capra, ma la situazione “sfugge” di mano, ci prendono gusto, e pur non avendo alcuna esperienza nella gestione degli animali, arrivano a possedere 40 capi di razza meticcia.
Le capre pascolano all’ingresso del paese e trovano rifugio in quella che era la stalla dell’ultimo pastore di Civitaluparella.
Nella gestione dell’allevamento, insieme ai fidati pastori abruzzesi, corre in aiuto anche la moderna tecnologia, nello specifico il GPS per tracciare i movimenti degli animali che escono al mattino e rientrano alla sera.
Il passo successivo è inevitabile, la produzione del formaggio. Simona impara tutto da zero, così due anni fa prende forma il piccolo caseificio aziendale dove prepara caprini a latte crudo, in particolare primo sale, cacio ricotta e un formaggio a crosta fiorita.
Intanto Paolo lavora alla struttura che accoglierà l’agriturismo con un laboratorio di trasformazione più grande dedicato anche ai prodotti della terra, un ristorante e tre camere da letto.
Una costruzione sostenibile in bioedilizia, fatta di legno e paglia, che sarebbe stata inaugurata la prossima estate.
Poi il sogno svanisce, va letteralmente in fumo lo scorso gennaio: in una giornata particolarmente ventilata, qualcosa innesca un incendio che in breve tempo riduce tutto in cenere, spazzando via investimenti e aspettative.
Dopo lo sconforto iniziale la coppia cerca di attutire il colpo, non si demoralizza e avvia una campagna di raccolta fondi che trova il sostegno e la solidarietà di tutta la comunità locale.
Non tutto è perduto, ci sono ancora i terreni, le capre con la produzione dei formaggi, le api. E poi arriva Irene: lo scorzo marzo nasce la loro prima figlia, una nuova speranza per il futuro.
Paolo e Simona ci credono ancora, tornano sui loro passi: c’è tanto lavoro da (ri)fare.
Il progetto agriturismo non è stato accantonato, per il momento è soltanto rimandato: il nibbio, come la mitica araba fenice, rinasce dalle proprie ceneri.
Colle del Nibbio
Via dei Sanniti 1, Civitaluparella (CH).
www.colledelnibbio.it
Tel. 3474802654 – 3491360557
[Crediti | Foto di Colle del Nibbio]