di: Carmelita Cianci

Pesche di San Salvo

Una coltura attestata sul territorio già agli inizi del secolo scorso.

La coltura della pesca nel territorio di San Salvo e in quello della Valle del Trigno è attestata già agli inizi del secolo scorso. Una “cultura” fortemente radicata a livello familiare, scandita nel corso dell’anno da rituali e preparativi: un protrarsi di piantine, innesti, potature, raccolti.
 

LE PESCHE DI SAN SALVO

Pesche di San Salvo
Pesche di San Salvo
Pesche di San Salvo

Sul territorio si contano diverse varietà, in particolare sono quelle che nel corso degli anni sono riuscite ad adattarsi meglio, come le nettarine o noci, la pesca platicarpa, la piatta o tabacchiera, le percoche, le gialle. Varietà che hanno attecchito grazie all’interazione tra microclima e fertilità del terreno che da queste parti è di tipo alluvionale.

La vallata del Trigno, aperta sull’Adriatico e con la Maiella alle spalle, accarezzata  da venti freschi dai Balcani e venti caldi di libeccio dal sud e dal Tirreno, offre caratteristiche climatiche particolarmente favorevoli alla pesca, influenzandone notevolmente la qualità e facendo risaltare requisiti come la brillantezza del colore, la consistenza, il contenuto zuccherino, la fragranza e il sapore.

AREA DI PRODUZIONE

San Salvo e la Valle del Trigno, nel sud dell’Abruzzo, in provincia di Chieti.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

Sono perfette a fine pasto, da sole o in un’assortita macedonia di frutta. Tradizionalmente sono apprezzata tagliata a pezzi e innaffiate con il vino cotto.
Le pesche di San Salvo si prestano come ingrediente per la preparazione di dolci o per essere trasformate in confetture, succhi di frutta o sciroppate.