Una quindicina di anni fa, alcune cantine iniziano a dotarsi di autoclavi per il metodo Martinotti, e avviano così la spumantizzazione diretta, utilizzando i vitigni autoctoni “vocati”, come la Passerina e il Pecorino.
Continua Acerra - erano anni di grande fermento, soprattutto per la riscoperta dei vitigni autoctoni quali Pecorino, Passerina, Cococciola, Montonico, uve che ai tempi non avevano alcun cappello denominativo. Così abbiamo deciso di tutelare quei vitigni attraverso la DOC Abruzzo che nasce nel 2010 con l’obiettivo di valorizzare i principali vitigni autoctoni regionali e identificare in maniera diretta il territorio di provenienza di questi vini, a garanzia della loro qualità, tipicità e origine, stabilendo, inoltre, l’imbottigliamento in Regione. Il Disciplinare della DOC Abruzzo include anche i vini spumanti Metodo Classico e Metodo Italiano - .
Tuttavia la DOC Abruzzo, per gli spumanti, contempla insieme alle uve autoctone anche quelle internazionali, e in quella versione del Disciplinare non era ammessa in etichetta, accanto alla denominazione Spumante d’Abruzzo, la dicitura sul vitigno di provenienza.
Spiega Acerra - Questo nel tempo è stato un forte limite, perché il mercato più che la denominazione chiedeva il vitigno. Le aziende non hanno mai sentito la necessità di fare lo spumante Abruzzo DOC ma preferivano utilizzare in etichetta il vitigno di provenienza, più funzionale in termini commerciali. Dal 2010 a oggi, l’Abruzzo DOC spumante non ha mai preso piede anche per via del suo nome, che si ispira alla regione, di conseguenza non ha una caratterizzazione ben definita, non contraddistingue - .
Nel 2018 si è iniziato a ragionare sul trovare un marchio che andasse ad aiutare la denominazione, che identificasse chiaramente il territorio, sganciandosi però dal discorso “nome” legato al vitigno di provenienza - un altro grosso limite delle doc abruzzesi è il fatto di essere sempre strettamente connesse con l’uva di produzione, che per certi versi può avere anche aiutato il mondo produttivo in passato, ma che oggi vive un momento di difficoltà in quanto un vitigno non è di tua proprietà, ad esempio non puoi avere la paternità esclusiva del Pecorino, ne sappiamo qualcosa con il Montepulciano: abbiamo fatto una diatriba lunga cinque anni con i toscani nella quale siamo riusciti a prevalere.
Per un marchio collettivo dedicato alle bollicine abruzzesi, abbiamo cercato di trovare un elemento che potesse caratterizzare questa nicchia di produzione e nel 2020 abbiamo individuato questa parola, Trabocco che fa riferimento ad una peculiarità tutta abruzzese: il Trabocco, l’antica macchina da pesca celebrata da Gabriele d’Annunzio che contraddistingue un tratto unico della costa abruzzese. Tuttavia questo non significa che le bollicine con questo marchio siano legate esclusivamente alla Costa dei Trabocchi, il Consorzio è regionale, di conseguenza Trabocco, il marchio collettivo, è un patrimonio del Consorzio messo a disposizione di tutti i soci di tutta la regione - .
Nel 2022 è stato approvato un regolamento ad hoc, con lo scopo di caratterizzare il marchio Trabocco connesso alla denominazione DOC Abruzzo che per le bollicine contempla anche uve internazionali e prevede più sistemi di vinificazione, Classico e Martinotti. Con Trabocco, invece, si valorizzano gli spumanti prodotti con Metodo Italiano in Abruzzo da uve autoctone come Passerina, Pecorino, Trebbiano abruzzese, Montonico, Cococciola e Montepulciano d’Abruzzo.
- Abbiamo individuato il Martinotti, metodo Italiano, in quanto sistema di vinificazione più immediato, più semplice, anche commercialmente più veloce rispetto al metodo classico sul quale stiamo lavorando con un altro progetto. Nel 2022 abbiamo colto l’occasione anche per fare alcune modifiche al Disciplinare DOC Abruzzo: ad esempio dalla vendemmia 2023 è prevista la possibilità di specificare accanto alla denominazione Spumante d’Abruzzo anche il vitigno di provenienza - .
Le aziende che ora imbottigliano Trabocco sono quattro, localizzate tra Ortona e Lanciano e sono tutte grandi cooperative: Citra, Eredi Legonziano, Vinco, Casal Thaulero.
- Il metodo Italiano prevede investimenti in tecnologie che le medie e piccole cantine non possono permettersi. Attualmente solo aziende di certe dimensioni sono dotate di autoclavi quindi è normale che siano partire loro per prime, sono realtà strutturate per fare quello, è chiaro che a queste se ne aggiungeranno altre. Inoltre, come anticipato, sul Metodo Classico stiamo lavorando a un progetto similare che coinvolgerà molte più cantine sin dall’inizio, in quanto non vi è necessità di interventi e attrezzature importanti come per il metodo Martinotti.
In questa fase abbiamo investito in una massiccia campagna promozionale soprattutto regionale, perché vogliamo sensibilizzare il consumatore, l’operatore e il produttore. Il Consorzio deve fare da apripista, creare le condizioni affinché questo nome inizi ad essere conosciuto e aiuti i produttori che vogliono cimentarsi con le bollicine ad avere le condizioni ottimali per farlo - .
Continua Acerra - L’Abruzzo è un territorio di rossi, tuttavia è presente un parco vitato a bacca bianca naturalmente predisposto alla spumantizzazione molto ampio, circa 15000 ettari di uve che attualmente non sono assorbite dal mercato dell’imbottigliato, quindi il vino viene venduto sfuso. Abbiamo un grosso potenziale sulle bollicine, soprattutto in un momento in cui i trend di consumo vedono una decrescita dei vini rossi, con i bianchi in ascesa, e le bollicine che aumentano a doppia cifra ormai da 15 anni - .
Dalle elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly Unione italiana Vini, presentato all’ultimo Vinitaly è emerso che rispetto al 2010 il valore delle esportazioni di spumanti made in Italy è cresciuto di quasi il 400%. Nel 2022 le bollicine italiane hanno raggiunto 168 mercati. Oggi lo spumante pesa per il 24% a volume sul totale export italiano di vino. Questa quota era del 14% nel 2015 e di appena il 7% nel 2010.
Conclude - I trend di mercato confermano che gli spumanti italiani sono capofila del comparto, noi vogliamo ritagliarci uno spazio. Il nostro obiettivo è che Trabocco diventi sinonimo di bere bollicine abruzzesi, quindi un “brand” come la Franciacorta, un nome che dica già tutto -.
[Crediti | Immagine di copertina Carmelita Cianci, foto di Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, Cantina Eredi Legonziano]