Torino di Sangro
Appena entrati nel territorio di Torino di Sangro, il benvenuto ci viene dato da un biotopo di estremo interesse naturalistico la Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro, un’area compresa tra il fiume (foce del Sangro) e il mare, 175 ettari di bosco costiero costituito da lecci, ornielli, roverelle e macchia mediterranea (lentisco e liquirizia in particolare).
L’ultimo tratto del fiume è caratterizzata da tipica vegetazione ripariale. Anche dal punto di vista faunistico l’interesse è notevole, infatti, sulle rive del Sangro, trovano rifugio un gran numero di uccelli migratori.
Nel bosco merita particolare attenzione la testuggine terrestre (testudo hermanni) adottata come simbolo della riserva. Proseguendo sulla statale poco dopo la lecceta, una erta stradina sulla destra porta al Cimitero di guerra inglese del fiume Sangro che raccoglie le spoglie di 2.617 soldati caduti nella battaglia del Sangro del novembre e dicembre 1943.
Durante il II conflitto mondiale il territorio tra Il fiume Moro e il Sangro era attraversato dalla linea fortificata tedesca GUSTAV.
Ripresa la statale si costeggiano lidi sabbiosi e ghiaiosi, stabilimenti balneari e spiagge libere. Prima di arrivare alla località Morge, la lunghissima spiaggia sabbiosa, si può effettuare una breve sosta al Fosso del diavolo, caletta di fronte alla quale emergono strani scogli dal mare di cui uno delle dimensioni e fogge di un mostro degli abissi.
Lasciata la s.s. 16 percorrendo una deviazione sulla destra si giunge alla Madonna dei Miracoli santuario mariano nel comune di Casalbordino, paese molto antico ricco di storia. Al Santuario, meta di numerosi pellegrinaggi è annessa la ricca biblioteca monastica benedettina che raccoglie ben 70.000 volumi di cui 5.000 manoscritti e incunaboli.
In località Santo Stefano, vicino al mare, i ruderi del monastero benedettino di S. Stefano ad Rivum Maris risalente all’ VIII secolo. Si riprende la statale verso sud, direzione porto, ma poco prima, con una breve deviazione a sinistra si può raggiungere la riserva naturale di Punta Aderci, dove tratti di piano ricchi di vegetazione di macchia mediterranea incontrano pendii che scendono ripidi verso il mare. Si torna indietro per l’ultima tappa del viaggio Punta Penna, il porto commerciale di Vasto, subito si staglia davanti a noi il faro alto 70 metri, il secondo in altezza dopo quello di Genova, la cui lanterna ha una portata di 25 miglia e nelle vicinanze si possono visitare una torre di avvistamento del XVI secolo e la piccola chiesa di S. Elena del 1887, da cui parte, la seconda domenica di maggio, una processione marina con destinazione Vasto.
Lasciata la zona portuale ci portiamo verso la grande spiaggia di dune sabbiose di Punta Penna, caratterizzata dalla splendida vegetazione di macchia mediterranea.