Vasto
Partendo dal centro di Vasto e precisamente dal castello Caldoresco e dalle torri superstiti della quattrocentesca cinta muraria (dette di Bassano, S. Spirito e Damante), e spostiamoci di pochi Km alla scoperta di Monteodorisio e Scerni.
Del primo, dominio Caldora e poi dei d’Avalos (potevano schierare un esercito di 10.000 uomini e governavano 13 terre tra il Trigno e il Sangro), resta il Castello, posto a guardia della vallata del Sinello e dell’antico tratturo. Al suo interno oltre al museo e al centro di documentazione dell’ordine Francescano è stata allestita la mostra storico-archeologica “Ma che bel castello” ( info: tel 0873 944072 - 0873 316131).
Posto lungo il percorso tratturale, Scerni è un borgo “da gustare” (ottime sono le produzioni di vino, olio e ventricina). Apparteneva alla badia di Santo Stefano in Rivo Maris e il palazzo marchesale testimonia delle antiche fortificazioni, così come il santuario della Madonna della Strada sorge sulle vestigia di una chiesa quattrocentesca, edificata dai pastori nomadi. Con un tratto più impegnativo puntiamo per San Buono.
A circa metà strada sull’antico percorso tratturale è possibile ammirare il torrione merlato di Furci (sec.XV-XVI). Giunti a San Buono visita d’obbligo al palazzo feudale dei principi Caracciolo e al convento di Sant’Antonio, sede del Museo per l’arte e l’archeologia del Vastese, significativa testimonianza della cultura materiale e artistica delle genti che abitarono l’area (tel. 0873 944072 - 340 7565805).
Si prosegue per Carunchio, feudo dei Caracciolo, con bella cinta muraria e l’antico palazzo Turdò da cui si gode di una splendida vista. Lungo il percorso si incontra Fraine, edificata intorno all’anno mille con l’antico monastero di Mater Domini. Saliamo sulle cime del Monte Verde 720 m slm e scopriamo una suggestiva vista sui monti frentani: siamo a Palmoli dove la parte alta dell’abitato è dominata dal castello Severino-Gagliati a pianta dodecagonale, sede del Museo della civiltà contadina (0873-955121).
Il castello è il fulcro del progetto “Museo dei castelli abbandonati", il cui scopo è consentire una lettura integrata della storia e dello sviluppo dei borghi fortificati del territorio, dal Medioevo ai nostri giorni. Ci avviciniamo all’ultima tappa del percorso Tufillo: 555 meri di quota e i nostri occhi corrono dalla Majella ai monti del Matese, dalle isole Tremiti al Gargano. Il paese è un borgo fortificato (cerchia urbana con castello): da non perdere il magnifico portale quattrocentesco della chiesa di Santa Giusta. Qui il 24 dicembre si rinnova il rito propiziatorio delle farchie, durante il quale vengono arsi alti fasci di canne, simbolo fallico e quindi di abbondanza. Si ritorna al mare prendendo la statale Trignina