Come simbolo ha il Fratino - piccolo trampoliere tutelato da una direttiva comunitaria sulla Conservazione degli uccelli selvatici - e nel nome richiama Ercole, divinità dei Frentani e dei Sanniti. Gli italici lo chiamavano Herkle e da lì deriva Erce “il nome usato nella cartografia storica e nella parlata locale. Nelle moderne mappe dell’Istituto Geografico Militare (IGM), il promontorio è invece denominato “Aderci” per la tendenza ad “italianizzare” i toponimi da parte dei topografi militari, da qui il nome della Riserva” (Fonte: L’ultimo giardino naturale tra il mare e la terra)
Questa area protetta è la prima Riserva istituita in Abruzzo nella fascia costiera, dal febbraio 1998. Si estende per circa 285 ettari (che arrivano a 400 con l’Area di protezione esterna) e va - da nord a sud - dalla foce del Fiume Sinello alla spiaggia di Punta Penna. È uno dei punti più fotografati lungo la costa abruzzese, anche grazie al suo trabocco proprio sotto al promontorio.
E Punta Aderci è protagonista di uno splendido racconto in immagini a firma del videomaker abruzzese Alessandro Petrini, attivo da 20 anni nel mondo della fotografia e del video.
“Ho girato tutti e cinque i continenti, dall’Australia al Giappone, dalla Corea agli Stati Uniti. Pur avendo lavorato e collaborato con grandi marchi come Lamborghini, Fujifilm, Sony e ITA Airways la mia vera passione è quella per il paesaggio - racconta l’autore del video -. Sono alla ricerca di luoghi incontaminati e questo mi ha portato in terre straordinarie come l’Islanda o la Nuova Zelanda. Quello che più mi colpisce è la maestosità e la potenza degli elementi naturali che ho trovato in terre come la Scozia, l’Irlanda o le coste della Normandia”.
“Punta Aderci è uno dei miei luoghi del cuore proprio per questo. Amo definire quest’area la Bretagna d’Abruzzo, selvaggia e vera. Un angolo di terra e mare che incarna alla perfezione il detto forte e gentile. Ho voluto dedicare un video a Punta Aderci perché rappresenta in pieno la mia visione dell’Abruzzo che amo raccontare sul mio canale YouTube - aggiunge Alessandro Petrini -. Per me la creazione di video è legata alle sensazioni che la natura mi trasmette, per questo preferisco comporre in prima persona una musica che possa far trasparire anche il lato emotivo dell’esperienza. Perché la fotografia e il video, soprattutto quando si tratta di racconti naturalistici, non possono e non devono essere una rappresentazione vuota e impersonale della realtà”
Fra i Percorsi consigliati nella Rete Ciclabile dei Trabocchi questo passa per Punta Aderci.